“A che serve la tristezza? A sondare dentro di noi cose, fatti e pensieri dimenticati che, in qualche momento, ci hanno colpito, ferito, impressionato. Come una bufera o un forte vento che sposta foglie, alberi e altri oggetti, quando arriva la tristezza abbiamo l’opportunità di fare una visita al nostro interno, riappropriandoci di alcuni sentimenti, bisogni, sensazioni che giacevano in uno stato d’allerta nel nostro mondo delle ombre. Come panni stesi al sole queste ombre, queste paure che generano tristezza, possono essere visti, osservati, possiamo prenderne le misure. Le ombre si dissolvono solo per il fatto di essere esposte al sole, per quanto riguarda le paure possiamo impegnarci a risalire alle cause, alla fonte di ciò che ha messo in moto tutta una serie di meccanismi mentali e darci da fare per attuare una soluzione. La tristezza è un campanello d’allarme per farci conoscere le nostre paure. Tutto qui. Non c’è bisogno di temerla, ma solo di chiederle che messaggio, dal nostro inconscio, ci vuole portare.”
Laura Torresin
Canalizzazione 10/10/2019
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